Rifugio diffuso

Un luogo di rigenerazione

A Scïága, tutto invita a rallentare, a ritrovare se stessi, a riconnettersi con l’essenziale. La Fondazione immagina uno spazio condiviso, con alloggi e ristorazione, per accogliere escursionisti, artisti, famiglie o ricercatori in cerca di legami e semplicità. Gli antichi rustici saranno trasformati in rifugi alpini: alloggi semplici, radicati nel territorio, fedeli allo spirito del luogo.

Adagiati sul pendio, gli edifici in pietra emanano un fascino raro. Nulla di superfluo: semplici volumi rettangolari, pietre locali, tetti in piòde e legno tagliato in loco. L’austerità dei materiali contrasta con la finezza del gesto e la cura dedicata alle costruzioni.

Oggi in parte in rovina, il cuore del borgo conserva tuttavia un potere intatto: quello di suggerire un altro modo di abitare, fatto di essenzialità, di bellezza frugale, di profondo legame con gli elementi. È questo spirito che la Fondazione desidera ravvivare.

Il progetto

Un polo di accoglienza discreto e strutturante

Il progetto prevede la creazione di un «rifugio alpino», costituito da piccole case indipendenti e da uno spazio comune ricavati dagli edifici tradizionali del borgo centrale di Scïága.

Il Comune di Gambarogno, convinto del potenziale di rigenerazione del sito, intende cedere alla Fondazione la proprietà e le licenze edilizie di otto rustici e di un edificio più grande, per integrarli in una prima fase di sviluppo.

Gli edifici, tipici dell’architettura rurale alpina, si distinguono per:

– la loro forma compatta e funzionale (volumi rettangolari),
– l’uso di materiali vernacolari (piccoli sassi locali, tetti in piòde, legname del luogo),
– un savoir-faire tradizionale che si riflette nella geometria delle facciate, nella qualità degli assemblaggi e nell’integrazione con il terreno.

L’obiettivo: restaurare questi edifici nel rispetto del loro carattere originale, adattandoli a usi sobri, autonomi e modulabili (dormitori, piccole unità, spazi comuni), compatibili con un turismo vicino alla natura.

Questo polo fungerà da base logistica per soggiorni brevi o residenze, ma anche da punto di riferimento per le altre attività del sito: agricoltura, formazione, cultura, ricerca. A termine, incarnerà un modello di ospitalità alpina rigenerativa, conciliando patrimonio edilizio, transizione ecologica e diversificazione economica in ambiente montano.